Anche domani.

gare centrale

Bruxelles. Terzo giorno di allerta massima e primo giorno lavorativo.

Le scuole oggi erano chiuse, la metro anche e la città (soprattutto il centro) mezza vuota.

Noi non abitiamo in un quartiere centrale per cui qui la tensione è relativa: è tutto più calmo ma non morto. Nel pomeriggio siamo usciti a fare spese e a far correre i bambini al parco (che era pieno di famiglie e di nonni con i nipoti, ognuno si è organizzato come meglio poteva). Al supermercato, però, un piccolo dettaglio cambiava tutta la vista d’insieme. C’era una guardia armata all’ingresso che controllava chi entrava a far spese. Due ragazzetti, una volta varcato l’ingresso del Carrefour, si son detti: “non hai la sensazione che sia un po’ domenica?”. In effetti la sensazione potrebbe essere un po’ quella: poca gente per strada, più silenzio rispetto al solito…sarebbe pure una bella sensazione, se non fosse per i carriarmati e l’esercito in giro per la città.

Anche ieri pomeriggio, a dir la verità, ad una festa di un compagno di Yonathan, in un parco giochi al chiuso, siamo stati controllati da due guardie che dopo averci perquisito ci hanno fatto entrare. Cose mai viste qui in Belgio… situazioni normali in altre città che conosco (Gerusalemme, Tel Aviv) ma mai viste in Europa.

Nella serata di ieri, per un momento, abbiamo pensato che la situazione si stesse risolvendo: ci sono state alcune azioni della polizia in tutto il Belgio che hanno portato ad una ventina di arresti. Oggi, invece, sono stati rilasciate quasi tutte le persone arrestate. Il risultato, ci ha spiegato il primo ministro Charles Michel alla televisione, è che anche domani rimarremo in questo limbo: niente scuole, niente metro, molti negozi chiusi e tutti gli eventi pubblici cancellati. Allerta massima: il rischio continua ad essere grave, concreto e imminente.

Dalla scuola dei miei figli sono arrivati dei messaggi in cui si spiega cosa si deve fare in caso di intrusione esterna. Ci sarà un segnale audio dopo il quale tutti dovranno barricarsi nelle aule, chiudere a chiave le porte e nascondersi sotto i tavoli. E aspettare. Anche il ministro dell’istruzione ha diramato a tutte le scuole degli consigli su cosa fare e come prepararsi. Anche al peggio.

Speriamo che questi consigli non servano mai. A nessuno.

Anche domani, quindi, resteremo a casa e io spero che anche domani non succeda niente. Forse questo aumenterà la sensazione di limbo in cui ci sentiamo oppure vorrà dire che il pericolo “grave, concreto e imminente” è scampato. Buona notte, Bruxelles.